vigneto Friuli Venezia Giulia

Фриули Венеция Джулия,Friuli Venezia Giulia, Италия

Come per il vicino Veneto, il vino rappresenta il più schietto biglietto da visita per il settore enogastronomico della regione Friuli Venezia Giulia.
Il paesaggio regionale è letteralmente disseminato da vigneti, che producono una ricca varietà di vini, autoctoni e non.
Già Plinio il Vecchio definì quest’angolo d’Italia come ‘zona di vini gradevoli’, il cui capostipite può essere considerato il Pucinum, vitigno autoctono della zona del lacus Timavi, particolarmente apprezzato da Livia Drusilla, moglie dell’imperatore Augusto.
Ma è nel medioevo che la viticoltura conosce una forte espansione, sotto la Repubblica di Venezia, quando il Moscatello, la Malvasia e la Ribolla sono particolarmente apprezzate. Con il Rinascimento si affacciano nuovi protagonisti del gusto: il Terrano, il Pignolo e il Picolit.
Risale al 1787 il primo tentativo di classificare i vini della regione. Un catasto che rimarrà incompiuto, anche per l’affacciarsi di malattie delle piante, tra cui la fillossera, che decimarono il patrimonio vitato.
Dal ‘900 in poi, mediante l’utilizzo di un particolare innesto resistente alla malattia e a una meticolosa attività di ricerca per il miglioramento genetico della vite, portato avanti dalla Stazione di Viticoltura di Conegliano, si assiste a una vera e propria rinascita dei vigneti, per arrivare all’oggi.
Un oggi che conta otto zone D.O.C. e tre zone D.O.C.G., due zone D.O.C. interregionali e un tentativo di candidatura internazionale, tra Friuli e Repubblica di Slovenia, per far tutelare dall’Unesco lo speciale patrimonio rurale del Collio italiano, assieme a quello della Brda slovena.
I vini autoctoni del Friuli Venezia Giulia sono suddivisi in un 40% di uve nere (Pignolo, Refosco dal Peduncolo Rosso, Schiopettino, Tazzelenghe, Terrano) e in un 60% di uve a bacca bianca (Friulano, Picolit, Ribolla Gialla, Malvasia Istriana, Verduzzo Friulano, Vitovska, Glera, Ucelut).
Le zone di Denominazione d’Origine Controllata (D.O.C.) sono diverse per composizione dei terreni e quindi per il prodotto finale.
Troviamo difatti la D.O.C. Grave del Friuli, che comprende la parte alluvionale del Tagliamento, ove si producono vini novelli, frizzanti e spumanti e dove è ubicato l’importante centro vivaistico di Rauscedo, attivo dal 1920, leader nel settore della barbatella.
La D.O.C. Colli Orientali del Friuli e Collio Goriziano è ubicata nella porzione orientale della regione ed è una delle più rinomate a livello internazionale. Il Collio, che da Gorizia si spinge sino a Dolegna del Collio, è un noto areale dove si producono le eccellenze nazionali nel campo dei vini bianchi, pluripremiati in ambito mondiale.
Anche la D.O.C. Isonzo è ubicata in provincia di Gorizia e abbraccia la piana alluvionale del fiume sacro alla Patria. Qui si producono degli eccellenti vini bianchi, con particolare riferimento a pinot grigio e a vini spumantizzati.
La D.O.C. Friuli Latisana, Friuli Annia e Friuli Aquileia abbraccia la bassa pianura regionale ed è compresa tra il confine con il Veneto e la città di Aquileia. La particolare conformazione pedologica, tra il sabbioso e l’argilloso e ricca in mineralità, supporta la produzione di grandi vini a bacca rossa, anche spumantizzati.
Nella Venezia Giulia, troviamo un altro grande territorio vocato alla viticoltura: la D.O.C. Carso che, se pur a fronte di quantitativi ridotti di produzione, vista la petrosità del terreno, garantisce qualità eccellenti su vini quali il Terrano, la Vitovska, il Traminer Aromatico, la Malvasia Istriana e il Refosco dal Peduncolo Rosso … e il Glera. Glera che è alla base del famosissimo e apprezzato prosecco. Difatti, la D.O.C. Prosecco si estende in tutto il Veneto, ma anche in Venezia Giulia tutela un areale importante, in prossimità dell’omonimo paese carsico di Prosecco, a breve distanza da Trieste.
Oltre a questi areali, in cui si produce la quasi totalità del vino del Friuli Venezia Giulia, vi sono altre quattro zone di produzione ove la denominazione di origine è controllata e garantita: le D.O.C.G..
Nei comuni di Nimis e Tarcento si trova la Ramandolo D.O.C.G., dove si vendemmia tardivamente l’apprezzato Verduzzo Friulano.
Attigua a questa, si trova la D.O.C.G. Picolit, che comprende anche il comune Corno di Rosazzo, dove il Picolit è stato riscoperto e oggi proposto come il ‘re’ dei vini regionali, vuoi per le sue caratteristiche organolettiche, vuoi per la sua bassissima resa per ettaro, che lo rendono particolarmente raro.
La D.O.C.G. Lison si spinge ai confini del Veneto: qui si produce il Tai, un tempo noto come Tocai. Il Tocai era anche la primitiva denominazione del Friulano. Per decisione della Comunità Europea, la denominazione di questo vitigno, portabandiera della viticoltura regionale, ha seguito poi due strade differenti.
In prossimità dell’antica Basilica di Corno di Rosazzo, infine, si trova la D.O.C.G. Rosazzo, ove si producono Friulano, Chardonnay, Sauvignon, Ribolla Gialla e Pinot Bianco.

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