Sono passati dieci anni dalla scomparsa di Carlo Sciarrelli, uno degli architetti e progettisti navali più brillanti che la storia della nautica da diporto -e non solo- abbia conosciuto.
Nato a Trieste nel 1934, si diplomò all’Istituto Tecnico Industriale e iniziò a lavorare per le Ferrovie dello Stato come fuochista manovratore.
Tuttavia la passione per il mare e per le barche lo avrebbe fatto entro breve approdare a diversi lidi professionali: iniziando a bordeggiare su una piccola deriva, un beccaccino, si appropria dei segreti della navigazione e, osservando le meravigliose barche ormeggiate presso i moli triestini, inizia a studiarne le forme e le tecniche costruttive.
Da autodidatta, si avvicina alla cultura classica, studiando le più disparate discipline in maniera rigorosa e con vera passione, costruendosi un sapere eclettico e vasto che gli permetterà di esprimere al meglio il proprio genio.
Durante l’arco della sua vita progetterà quasi 140 barche, i cui nomi verranno via via notati su una striscia di carta, affiancando alcuni di essi da un asterisco, a significare la soddisfazione raggiunta nel proprio operato.
Da questa moltitudine di progetti, scaturiranno poi circa 400 imbarcazioni per vari armatori, tutt’oggi esemplari nel perfetto equilibrio raggiunto tra funzionamento, eleganza e bellezza.
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